mercoledì 26 ottobre 2022

IMPRINTING

 

La Nave delle emozioni

BIANCO LUMINOSO

Il primo anno alla facoltà di architettura è una scoperta continua, un ricevere incessante di input, emozioni, relazioni con il prossimo, scoperta di se stessi … e di IMPRINTING.

Nel mio caso, a livello di nozioni architettoniche partivo da zero, le mie conoscenze non superavano i tre ordini che disegni anche alle medie : dorico, ionico e corinzio.

Nella vita, ogni esperienza, anche piccola, comporta un imprinting che spesso rimane latente in noi … in attesa di emergere in qualche modo.

Ma il primo anno qui a Valle Giulia, il professor Architetto Luca Ribichini ci accompagnò a visitare la Chiesa del Giubileo di Richard Meyer, nota anche come “Chiesa di Dio Padre Misericordioso”.

Il professore insegnava Scienza della rappresentazione, fan accanito di Le Corbuisier, sin dal primo giorno ha spiegato con passione i tratti e gli elementi che caratterizzano un’opera e in che modo “studiarla” anche con un semplice sguardo, cogliendone i tratti distintivi con carta e penna.

Ed è li che per la prima volta credo di aver percepito a livello creativo (dal punto di vista compositivo-architettonico ) l’IMPRINTING maggiore.

Il giorno della visita non sapevamo bene cosa aspettarci, nessuno aveva fatto ricerche online prima del sopralluogo, nessuno immaginava cosa si sarebbe trovato di fronte.

Nel quartiere di Tor tre teste, la Chiesa di Dio Padre Misericordioso è una perla su un fondale sabbioso, un diamante incastonato su un anello di ferro, o ghisa … insomma a livello di Scena Urbana questo edificio spicca rispetto al contesto dal forte carattere popolare.

Ma la vera meraviglia non è il prospetto, bensì il mondo di luce che si cela all’interno: il bianco riflette la luce facendola arrivare in ogni punto degli ambienti, l’effetto non era quello di essere all’interno di una chiesa, bensì all’interno di uno spazio sacro ma costruito per le persone, accessibile, accogliente, per niente austero, e all’avanguardia.

Quadrato e cerchio: umano e divino

Questo edificio riunisce spazio liturgico (destinato alla parte ecclesiastica) e spazio parrocchiale ( destinato invece alla comunità), pur distinguendoli attraverso le forme. Infatti, lo spazio sacro, che si trova sulla sinistra, è scandito da tre gusci bianchi, simili alle vele di una nave, che proteggono la chiesa gonfiate da un vento proveniente da nord.

Al centro dell’edificio, un grande muro verticale divide l’aula liturgica dagli spazi dedicati alla parrocchia, questi ultimi dalle forme scavate e squadrate.

 Si tratta ancora una volta del simbolismo spesso usato dagli architetti per gli edifici sacri (vedi Mario Botta e Alvaro Siza): porzioni di cerchio, che simboleggia il divino, si affiancano a forme squadrate, dove il quadrato richiama la dimensione umana. In questo caso, cerchio e quadrato non si fondono insieme, bensì il cerchio accoglie la chiesa e il quadrato gli ambienti parrocchiali.

Alla domanda “Perché il bianco ?” posta a R.Meyer durante un’intervista, lui rispose :

“Su una superficie bianca si legge con più chiarezza il passare delle ore e delle stagioni, è più facile vedere i cambiamenti della natura, il mutare delle condizioni atmosferiche, i passaggi cromatici, i colori del sole . Usando il bianco apprezziamo di più i colori e i colori sono OVUNQUE INTORNO A NOI, ne percepiamo meglio la varietà dei riflessi…”

Per quanto riguarda la relazione con il contesto (ovvero la scena Urbana, Meyer aggiunge: “ il bianco aiuta a rivelare con più chiarezza la tua idea dell’architettura, aiuta per contrasto con il mondo che circonda l’edificio a renderne più leggibili le linee, la sequenza degli spazi, e riesce a convivere perfettamente con la trasparenza, che per me è un elemento molto importante, rende più facile capire come è concepito l’edificio.

Una parte anche di REBUILDING NATURE !! 

Lo spazio compreso tra i gusci è chiuso da una copertura vetrata, che permette quindi l’ingresso della luce dall’alto, ma non solo: infatti, all’alba e al tramonto, la luce che entra rispettivamente dall’ingresso e dal presbiterio, crea scenografici effetti luminosi. I gusci bianchi sono composti da conci prefabbricati di nuovo calcestruzzo elaborato da Italcementi, chiamato cemento Bianco TX Millennium. Sulla superficie dei conci, sono presenti delle particelle di fotocatalizzatori, che ossidano gli agenti inquinanti organici e inorganici con cui vengono a contatto, trasformandoli in anidride carbonica.






sabato 8 ottobre 2022

Post di un COLLEGA

HeartQuake Museum & Acquarium 



https://valeriogregorisintesisaggio.blogspot.com/search/label/Esercitazione%20%3A%2006.10.2022


ARTE - ispirazione e suggestioni

 Alberto Burri - Cretto

NATURA





Le opere di Burri mi ricordano lo stretto rapporto che intercorre tra tra natura e arteficio, tra flussi e spazialità, tra fluidità e rigidezza. 
Il rapporto equilibrato che voglio rispecchiare nel mio pensiero di Architettura.

TESSITURA



Le opere non pittoriche di Maria Lai rappresentano quello che secondo me un bravo architetto è chiamato a fare, o meglio, ad essere: un Tessitore. 
Un architetto è colui che prende ciò che trova a disposizione e ne crea un'opera d'arte, in grado di suscitare emozioni in chi ne usufruisce. 
Più è bravo un tessitore, più l'insieme è armonioso e l'intera composizione ne beneficia. 
Questo è uno di quei casi dove l'insieme delle parti è più prezioso della somma di ognuna di esse prese singolarmente.

IMMERSIONE


 

Di tutte le opere esposte al Maxxi una in particolare ha catturato la mia attenzione: poco dopo l'ingresso era stato collocato un acquario con degli inserti per l'immersione laterali: quest'opera dà la possibilità di immergersi all'interno dell'ecosistema acquatico mentre si è sdraiati, in posizione rilassata, così da perdersi nel mondo ittico. 

Anche questo rispecchia quello che vorrei comparisse nei miei progetti: dare la possibilità alle persone che si muoveranno dentro gli spazi progettati in maniera tale da poter avere più prospettive diverse dello stesso ambiente. Quando si entra a far parte dell'idea alla base del progetto, il progetto acquisisce un valore inestimabile e diventa Opera.

mercoledì 5 ottobre 2022

"Compagni di strada"

CELLULE PULSANTI



 A ridosso del centro di Milano, adiacente all'università esistente, Il progetto comprende diversi edifici, ciascuno con il proprio programma: l'edificio didattico e amministrativo, i dormitori e un centro ricreativo. 
Questi edifici si trovano in un nuovo parco aperto sia alla popolazione universitaria che al pubblico in generale.
Ogni volume ha una corte interna, tipica dell'architettura milanese ed è progettato per avere un proprio carattere distinto pur essendo parte di un sistema più ampio. Questi sono fiancheggiati da portici al piano terra che offrono ambienti tranquilli per socializzare, studiare e riunirsi all'aria aperta.
Ogni volume ha una corte interna, tipica dell'architettura milanese ed è progettato per avere un proprio carattere distinto pur essendo parte di un sistema più ampio. Questi sono fiancheggiati da portici al piano terra che offrono ambienti tranquilli per socializzare, studiare e riunirsi all'aria aperta.

Ogni volume ha una corte interna, tipica dell'architettura milanese ed è progettato per avere un proprio carattere distinto pur essendo parte di un sistema più ampio. Questi sono fiancheggiati da portici al piano terra che offrono ambienti tranquilli per socializzare, studiare e riunirsi all'aria aperta.
Ogni volume ha una corte interna, tipica dell'architettura milanese ed è progettato per avere un proprio carattere distinto pur essendo parte di un sistema più ampio. Questi sono fiancheggiati da portici al piano terra che offrono ambienti tranquilli per socializzare, studiare e riunirsi all'aria aperta.

https://www.archdaily.com/975778/new-urban-campus-for-bocconi-university-sanaa

PUNTI DI MIRA



Il nuovo Campus occupa circa 19.000 mq in un edificio di tre piani e un piano interrato in un lotto di 33.000 mq nello Zhong Guan Cun Science Park a Pechino. Il progetto è condizionato dalla funzione didattica, dal masterplan del Zhong Guan Cun Science Park che propone una serie di edifici compatti sparsi nella foresta come piccole isole nell'oceano e infine dalle esigenze del cliente.Un seminterrato, che occupa interamente il lotto consentito ai più pubblici, compone l'edificio nella fase 1 e ha usi principali come aula magna, aule degli anfiteatri, aule di discussione e bar. È pieno di cortili che come l'architettura tradizionale cinese danno come un ottimo controllo del clima e diamo la priorità al rapporto tra spazi diversi non perdendo la visione completa dell'edificio come accade nella Città Proibita di Pechino.Negli altri due piani abbiamo altre sale di discussione e aule piatte e altri usi più non pubblici come professori e spazi di lavoro del personale e organizzati come dita collegate a un lungo corridoio. Ogni piano ha una forma diversa e un diverso rapporto con il bosco. Il rapporto del seminterrato è con il tronco dell'albero e con i cortili pieni di bambù verde che creano uno spazio introverso, il secondo piano con la corona con un ambiente simile ed è il terzo piano quello occupato dal personale e dai professori è quello che guarda oltre la foresta come metafora di una nave vedetta.L'architettura e la filosofia tradizionale cinese ci hanno già affascinato, ed è stato il motore delle nostre idee architettoniche aiutandoci a dare forma al progetto, ed è facile riconoscerlo nell'elezione dei colori e dei materiali come, principalmente, nella configurazione spaziale della costruzione. Questo è il modo in cui l'edificio rappresenta lo spirito di incontro del CEIBS tra Cina ed Europa.

https://www.archdaily.com/186794/ceibs-beijing-campus-acxt-arquitectos


_ QUI ED ORA _ "CARPE DIEM"

<< Perché sia chiaro, noi non scherziamo, non siamo u-topici, non siamo “senza luogo”, ma il progetto è per questo settore, per questa città, per questo tempo: è qui che si deve fare, come molte altre città del mondo hanno già fatto.>>

Antonino Saggio "Imparare da Metropoliz UnLost territories ovvero il centro è dove è l'azione" pp. 844-85
in "MAAM Museo dell'altro e dell'altrove di Metropoliz_Città_Meticcia" Catalogo 2017 a cura di Giorgio de Finis, Bordaeux Edizioni, Roma 2017


A volte, per sviluppare un buon progetto credo che si debba guardare le cose in modo diverso, uscire fuori dagli schemi, trovare collegamenti ... 
Un progetto è un'opportunità per la società, per il privato, per lo sviluppo, per la Città ed è qui ed ora. ... Anche se un luogo sembra inospitale, abbandonato, privo di qualità, un NON- LUOGO, nasconde un'opportunità, può essere partecipazione. 
A volte basta solo cambiare prospettiva ...


<< Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva ... >>

<< Osate cambiare, trovate nuove strade! >>

dal film "L'attimo fuggente"